Moby Zazà, per i tunisini quarantena sorvegliata a terra

Ieri sera dalla nave adibita ad hotspot da quarantena galleggiante sono stati sbarcati i 14 migranti nordafricani che nel pomeriggio di mercoledì 20 maggio avevano dato vita ad una accesa protesta

Tensostruttura hotspot di Porto Empedocle la sera del 21 maggio 2020

di Mauro Seminara

Lo stesso giorno in cui è stato portato a terra il corpo del migrante gettatosi dalla nave da quarantena, a bordo è scoppiata una violenta protesta con estintori utilizzati come oggetti contundenti più che come deterrenti mediante spruzzo di schiuma. Per quietare la situazione, in assenza di forze dell’ordine a bordo e con gli operatori della Croce Rossa bersaglio del gruppo insorto sulla nave, è intervenuto l’equipaggio della Moby Zazà. A causare disordini è stato un gruppo di connazionali del migrante morto nel presumibile folle tentativo di evadere dalla “prigione galleggiante” nuotando fino alla costa. La nave, inoltre, fino al giorno della tragedia non aveva una ronda in mare come era stato predisposto per la nave Raffaele Rubattino a Palermo, intorno la quale navigava giorno e notte una piccola motovedetta della Guardia di Finanza.

La quarantena preventiva da Covid-19 sulla Moby Zazà, ieri sera, ha subito una decisione di natura discrezionale e la fine del periodo di 14 giorni a bordo riguarda adesso le sole persone migranti di etnia subsahariana. Ieri, infatti, la nave ha lasciato la rada di Porto Empedocle per ormeggiare in porto. Un carico di gasolio, uno scarico di rifiuti, poi una lunga attesa. Molte ore più tardi, a sipario sull’ingresso in porto calato, con l’attenzione sulla nave venuta meno, un rapido fermento in banchina e lo sbarco dei 14 migranti tunisini delle proteste.

Gli animi caldi nordafricani (alcuni nella foto a destra) sono stati presi in consegna dalle forze dell’ordine ed accompagnati in altra struttura – non galleggiante e sotto custodia – per ricominciare daccapo la quarantena di 14 giorni. Poche ore dopo la Moby Zazà ha mollato le cime e lasciato il porto della provincia di Agrigento per seguire a poche miglia di distanza la nave traghetto Cossyra ed insieme a questa raggiungere Lampedusa. A bordo della Moby Zazà c’erano quindi 106 persone migranti in quarantena. Con gli oltre cento migranti che imbarcherà a Lampedusa – i 137 di Casa della Fraternità meno gli immigrati tunisini – la nave avrà quasi raggiunto il suo limite previsto in 285 posti per persone migranti.

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Giornalista palermitano, classe '74, cresce professionalmente come fotoreporter e videoreporter maturando sulla cronaca dalla prima linea. Dopo anni di esperienza sul campo passa alla scrittura sentendo l'esigenza di raccontare i fatti in prima persona e senza condizionamenti. Ha collaborato con Il Giornale di Sicilia ed altre testate nazionali per la carta stampata. Negli anni ha lavorato con le agenzie di stampa internazionali Thomson Reuters, Agence France-Press, Associated Press, Ansa; per i telegiornali nazionali Rai, Mediaset, La7, Sky e per vari telegiornali nazionali esteri. Si trasferisce nel 2006 a Lampedusa per seguire il crescente fenomeno migratorio che interessava l'isola pelagica e vi rimane fino al 2020. Per anni documenta la migrazione nel Mediterraneo centrale dal mare, dal cielo e da terra come freelance per le maggiori testate ed agenzie nazionali ed internazionali. Nel 2014 gli viene conferito un riconoscimento per meriti professionali al "Premio di giornalismo Mario Francese". Autore e regista del documentario "2011 - Lampedusa nell'anno della primavera araba", direttore della fotografia del documentario "Fino all'ultima spiaggia" e regista del documentario "Uomo". Ideatore e fondatore di Mediterraneo Cronaca, realizza la testata nel 2017 coinvolgendo nel tempo un gruppo di autori di elevata caratura professionale per offrire ai lettori notizie ed analisi di pregio ed indipendenti. Crede nel diritto all'informazione e nel dovere di offrire una informazione neutrale, obiettiva, senza padroni.

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