Bari

Contrabbando di sigarette e Cialis a bordo della nave della Marina: 6 militari arrestati

In servizio sulla nave Caprera, al centro delle indagini della guardia di finanza di Brindisi. Coinvolto anche un ufficiale libico. La banda avrebbe offerto numerose stecche di sigarette per comprare il silenzio del personale imbarcato ed evitare che fosse denunciato
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Avevano imbarcato da Tripoli sulla nave militare italiana Caprera sigarette di contrabbando e confezioni del farmaco Cialis per portare il carico in Italia: arrestate cinque persone e per la sesta è stato disposto l'obbligo di dimora. Si tratta di cinque militari della Marina militare italiana e di un ufficiale della guardia costiera libica. L'acquisto del carico illecito era stato inserito tra beni e servizi fatturati allo Stato italiano per la missione all'estero.

Le indagini sono state condotte dal nucleo di Polizia Economico - Finanziaria della guardia di finanza di Brindisi, diretti dai pm Giuseppe De Nozza e Alfredo Manca, coordinati dal sostituto procuratore Antonio Negro della Procura di Brindisi. L'ordinanza delle misure cautelari ha la firma del gip Vittorio Testi. I fatti risalgono alla missione italiana in Libia tra marzo e luglio 2018, in quella che è stata denominata operazione Mare sicuro.

In carcere è finito Marco Corbisiero 44 anni di Torino, disposti i domiciliari per Roberto Castiglione 47 anni di Taranto, Antonio Filogamo 44 anni di Villaricca provincia di Napoli, Antonio Mosca 41 anni di Mesagne. Per Mario Ortelli napoletano di 40 anni è stato disposto l'obbligo di dimora. Tutti sono dipendenti della Marina militare, quattro di questi imbarcati sulla nave Caprera. Arrestato ai domiciliari anche l'ufficiale della Guardia costiera libica Hamza Mohamed B Aben Abulad, 31 anni di Tripoli, che avrebbe venduto la merce di contrabbando a Marco Corbesiero che nella missione ricopriva il ruolo di ufficiale tecnico della Marina Militare a capo del team preposto al ripristino dell'efficienza del naviglio ceduto dall'Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all'emigrazione clandestina verso l'Italia.

Gli indagati sono accusati a vario titolo dei reati di contrabbando pluriaggravato di tabacchi lavorati esteri e di farmaco Cialis di provenienza estera, d'imbarco arbitrario di merci di contrabbando sulla nave militare Caprera, di peculato d'uso, di istigazione alla corruzione, di corruzione per atti contrari ai doveri dell'ufficio ed, infine, di falso ideologico. Il trasporto della merce di contrabbando sarebbe avvenuto nel contesto della missione internazionale 'Operazione Mare Sicuro' svolta dalla nave Caprera della Marina Militare italiana nel porto di Tripoli dal 31 marzo del 2018 sino al 12 luglio. La scoperta dell'illecito carico è avvenuta il 15 luglio 2018 quando la nave ha attraccato nel porto di Brindisi, senza scali intermedi e la merce è stata scaricata dalla banchina Garibaldi.

Corbisiero, Ben Abulad , Castiglione, Filogamo e Mosca (questi ultimi tre membri dell'equipaggio del Caprera) sono gravemente indiziati, a vario titolo, di aver organizzato l'imbarco e il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chilogrammi circa di tabacco lavorato estero di contrabbando e di farmaco Cialis di contrabbando.

Le sigarette e il farmaco dovevano essere venduti agli stessi appartenenti alla Marina Militare di Taranto ed anche a persone fuori da questo contesto. Marco Corbisiero avrebbe offerto numerose stecche di sigarette per comprare il silenzio del personale imbarcato ed evitare che fosse denunciato. Inoltre avrebbe anche organizzato l'illecito trasporto della merce dalla banchina di Brindisi agli uffici della Marina Militare di Taranto attraverso un mezzo della Marina, condotto da Mario Ortelli. L'automezzo proveniente da Taranto era  giunto la mattina del 15 luglio sotto il bordo della Caprera per ritirare il carico e trasferirlo nel capoluogo ionico.

Il carico sarebbe stato acquistato mediante fatturazioni per operazioni in tutto o in parte inesistenti tra gli acquisti di beni e servizi da parte dello Stato Italiano per l'operazione in Libia. Questi beni e servizi sarebbe stati acquistati da una società libica denominata Altikka for service, riconducibile sostanzialmente all'ufficiale della Guardia costiera libica Ben Abulad. Durante tutte le fasi delle indagini preliminari c'è stata la collaborazione del comando della Marina Militare Italiana e dell'Ambasciata Italiana di Tripoli.